La Stupenda grazia di Dio – Introduzione

Pensando alla storia particolare di Marco, vorrei condividere con voi una predicazione sulla grazia di Dio, che ha come titolo: La stupenda grazia di Dio.

Introduzione

La storia di Marco ci mostra, quanto sia immensa la grazia di Dio, nei confronti dei propri figli. Perché è particolare la storia di Marco? E perché la sua storia ci fa pensare alla grazia di Dio? Chi è il Marco che ha scritto il vangelo?

Marco in realtà, è Giovanni detto Marco. Sappiamo che era cugino di Barnaba e che era collaboratore di Barnaba e di Paolo nella missione fin dal suo inizio (Atti 13:5), ma poi ad un certo punto, mentre loro proseguono il loro viaggio missionario, Marco si separa da loro e torna a Gerusalemme, dove aveva vissuto precedentemente (Atti 13:13). Non sappiamo i motivi che hanno spinto Marco ad abbandonare la missione, e non sappiamo neanche perché Paolo ebbe un giudizio così negativo su Marco, ma sappiamo che la rinuncia di Marco fu un episodio grave, che portò i due apostoli e missionari (messi da parte dalla chiesa di Antiochia per la missione cfr. Atti 13:2) a separarsi (Atti 15:36-40). Ciò che però colpisce in questo racconto è, che nonostante l’accaduto, Marco in un secondo tempo sarà re-integrato nell’opera di Dio. Certamente uno potrebbe pensare che Marco fu re-integrato perché era cugino di Barnaba, oppure perché c’era bisogno di uomini per la missione. Ma ciò che dobbiamo riconoscere è che chi ha ristabilito Marco non sono stati Barnaba e Paolo, ma è stata solo la stupenda grazia di Dio, che non solo lo ha re-integrato nella missione, ma lo ha ri-stabilito addirittura nella formazione, perché sarà affiancato all’apostolo Pietro, che gli testimonierà tutta la vita o l’opera di Gesù che gli permetterà di scrivere il primo dei quattro vangeli.

Questa storia ci esorta a benedire Dio per la sua stupenda grazia, e ci indica almeno tre caratteristiche della sua grazia, che è in primo luogo ① una grazia che riabilita ② una grazia che santifica e ③ una grazia che consacra.

Iniziamo affermando che quella di Dio è:

 
  1. Una grazia che ci riabilita

La grazia di Dio, anche se è totalmente immeritata, non è un semplice condono, che interviene nella vita di un uomo, disinteressandosi di andare a comprendere ciò che non ha funzionato fin a quel momento. No, la grazia di Dio è un intervento che mira al RAVVEDIMENTO, alla CONFESSIONE, alla RICONCILIAZIONE e alla TRASFORMAZIONE. Marco si è ravveduto per aver disatteso le aspettative di Paolo, ha confessato il suo errore a lui e a Barnaba, si è chiarito e riconciliato con loro ed è stato trasformato per servire Dio dove lo avrebbe chiamato. Ci sono altri esempi in cui la stupenda grazia di Dio è intervenuta, per trasformare vite distrutte e senza alcuna prospettiva. È il caso di JOHN NEWTON, che aveva dedicato tutta la sua vita alla tratta degli schiavi, che ad un certo punto, la stupenda grazia di Dio lo ha ripreso e convertito a Cristo, facendolo diventare un uomo dedito meravigliosamente alla lotta contro la tratta degli schiavi. Anche qui c’è stata una trasformazione operata dallo Spirito Santo, che ha condotto ad una vita nuova. Lo stesso si può dire di PAOLO (conosciamo tutti la sua storia) o di GIACOMO, il fratello di Gesù che fino alla sua resurrezione, non capì mai chi fosse davvero Gesù, fino a che la grazia di Dio intervenne, e Giacomo si convertì, e diventò uno degli esponenti più influenti della chiesa di Gerusalemme, e addirittura l’autore di una delle più belle epistole mai scritte, quella di Giacomo. Tutto questo è potuto avvenire solo per mezzo della grazia di Dio, che è intervenuta nella vita di un uomo, affinché abbia potuto ravvedersi ed essere trasformato.

Ma perché abbiamo bisogno di essere ri-abilitati? Da cosa abbiamo bisogno di essere ri-abilitati?

Dobbiamo essere ri-abilitati perché non si può servire Dio con le stesse vecchie risorse del passato: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17). Dobbiamo essere ri-abilitati da un passato di autonomia da Dio, che ha condizionato il nostro modo di pensare e di agire, che era contrario alla volontà di Dio. Paolo era un uomo dedito alla causa del giudaismo, ma ora aveva bisogno ravvedersi per dedicarsi ad un’altra causa (che lui prima stava combattendo), la causa di Cristo per la quale la grazia di Dio lo aveva chiamato. Lo stesso è stato per Marco, che non aveva compreso la chiamata di Dio in quel momento, e neanche l’opportunità di mettersi alla scuola di Paolo e di Barnaba, e aveva bisogno di essere ri-abilitato dalla sua immaturità, autonomia e mancanza di discernimento spirituale. Anche noi abbiamo avuto bisogno di essere ri-abilitati dalla stessa grazia di Dio, per dedicarci alle cose nuove che riguardano il regno di Dio, e non più quelle che riguardavano le cose contrarie al regno di Dio, a cui ci dedicavamo prima. NON E’ SUFFICIENTE ESSERE STATI RACCOLTI DA DIO, APPARTENERE ALLA SUA CHIESA E VENIRE AL CULTO, MA E’ INDISPENSABILE FAR AVANZARE IL REGNO DI DIO NELLA NOSTRA VITA E CRESCERE NELLA CONOSCENZA E NEL DISCEPOLATO CON CRISTO. VUOI QUESTO NUOVO CORSO PER LA TUA VITA O TI ACCONTENTI DI QUELLO CHE SEI E CHE HAI?       

Ed è per questo motivo, che in secondo luogo, è necessaria:

 

2. Una grazia che ci santifica

Per essere ri-abilitati abbiamo bisogno della santificazione, perché senza la santificazione (cioè, la trasformazione) non ci può essere vera ri-abilitazione. Ci sono tante buone opere intorno a noi (e Ferrara è molto virtuosa ad esempio nel volontariato – e questo è frutto della grazia comune di Dio), ma tutte queste opere, senza la santificazione operata dallo Spirito Santo, non valgono nulla, e quando tornerà Gesù e saranno giudicate attraverso il fuoco, non rimarrà nulla di tutto questo, perché non sono frutto della sua santificazione. I credenti sono stati scelti e chiamati a santità da Dio stesso, e in vista della loro santificazione (1 Tessalonicesi 4:3), affinché non vivano più secondo le passioni umane, ma secondo la volontà di Dio che si esprime nel fare il bene (1 Pietro 2:15, 20), e nelle buone opere, che sono lo scopo per cui Dio li ha chiamati, che sono l’effetto della fede non la causa (cfr. 2 Corinzi 5:17 “siamo delle nuove creature in Cristo”).

La santificazione è un’opera che Dio inizia, e che continua a portare avanti nel credente. Essa è una santità del cuore, che ci chiama ad essere santi, “come Dio stesso è santo” (1 Pietro 1:15). Una santità vissuta in ogni ambito della nostra vita, e che manifesta la pietà cristiana, in ogni occasione che il Signore favorisce per noi, in cui si evidenzia l’avanzamento del suo regno in noi e intorno a noi. È una santità che edifica noi e i nostri fratelli, e che ci fa contribuire al bene degli altri, nelle città dove Dio ci fa abitare, per essere una chiesa visibile e dinamica, che testimonia la pietà di Dio a questo mondo. La santificazione è un’opera dello Spirito Santo, concreta nella vita dei figli di Dio, affinché siano testimoni credibili della grandezza di Dio, per dedicarsi anima e corpo al servizio per Dio in tutte le situazioni che Lui ci mette davanti, per onorarlo in tutte queste cose. Santità vuol dire essere disponibili per Dio H24, per servirlo in una realtà complessa come la nostra, in cui sono presenti conflitti e difficoltà di ogni genere, che mettono a dura prova le nostre convinzioni e motivazioni, che vanno ri-aggiornate continuamente attraverso la grazia di Dio nella preghiera, con la certezza che la vittoria appartiene a Dio, che ci sosterrà in questo combattimento (2 Corinzi 2:4). La santificazione è quella condizione che ci permette di adempiere la chiamata di Dio, che è alternativa al secolarismo, alle varie posizioni liberali e all’ecumenismo presenti in questo mondo, che vanno rifiutate attraverso una fede identitaria e riformata alla luce della parola di Dio.        

E infine, quella di Dio è:

 

3. Una grazia che ci consacra

La santificazione è fondamentale anche per la consacrazione, poiché non si può servire Dio senza essere prima santificati dall’opera meravigliosa dello Spirito Santo, il Consolatore: “che prenderà del mio è ve lo annuncerà”, come affermava Gesù ai propri discepoli prima di lasciarli (Giovanni 16:14). Calvino nelle sue Istituzioni della religione cristiana definisce “la santificazione, come il processo per il quale “sempre di più” veniamo consacrati al Signore da Cristo, che dimora in noi attraverso lo Spirito Santo, che opera in noi il cambiamento”. Ed è a causa di questa opera meravigliosa, che noi impariamo “sempre di più”, ad essere sensibili al regno di Dio e a dedicarci al suo avanzamento in questo mondo. Senza questa opera soprannaturale, non saremo mai in grado di consacrarci completamente al regno di Dio, e perdere la nostra vita per la sua realizzazione, e così salveremo la nostra vita, perché l’avremo persa per Dio (Matteo 10:38; 2 Giovanni 12:25). È solo grazie alla santificazione che Dio opera nei nostri cuori, che possiamo avere una vera causa che ci prende talmente tanto, che siamo disposti a rinunciare a tutto per dedicarci a Dio e al suo regno. E’ ciò che è successo a Marco, che ad un certo punto ha capito l’importanza della sua chiamata, si è messo alla scuola di Paolo, Barnaba e Pietro, per dedicarsi a tutto ciò che Dio voleva da lui. È ciò che è successo a John Newton che si è dedicato anima e corpo a combattere la tratta degli schiavi che prima sosteneva in prima linea. È lo stesso che ha fatto Paolo, quando Gesù gli è apparso e gli ha detto: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ti è duro recalcitrare contro il pungolo” (Atti 9:4-5). È la stessa grazia che ha fatto di noi dei discepoli di Cristo che possono crescere nella conoscenza di Dio per amarlo e servirlo qui a Ferrara oggi. 

 

Conclusione

È di questa stupenda grazia di Dio, ciò di cui hai bisogno anche tu; una grazia che ti riabilita dai tuoi fallimenti e distorsioni del passato, una grazia che ti santifica per farti dedicare al bene, per rinunciare a tutte le tue idolatrie ed egoismi, guarire tutte le tue infermità e impedimenti, ed essere liberato da ogni senso di inadeguatezza e resistenza. Una grazia che ti consacra a Dio, per dedicarti totalmente a Lui e al suo regno, qui ed ora. Che il Signore ci benedica in tutto quello che stiamo facendo e che faremo per la sua gloria qui a Ferrara, per proclamare il vangelo della grazia di Dio a questo mondo, preghiamo!    

 
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Il Vangelo è un annuncio solenne, autorevole e profondo – Marco 1:1-13