Gesù compie un cambiamento – Marco 2:18-28

Leggiamo insieme Marco 2:18-28

Questo brano ci fa comprendere che GESU’ COMPIE UN CAMBIAMENTO.

Introduzione

Spesso Gesù è accusato di essere contro le tradizioni e la legge. Gesù in effetti aveva guarito in giorno di sabato (1:31), i suoi discepoli mangiavano senza prima lavarsi le mani (7:2), sfregavano le spighe del grano in giorno di sabato (2:23). Tutte queste azioni potrebbero confermare quest’accusa, ma in realtà l’accusa che gli facevano i capi religiosi era falsa.

Perché quest’accusa era falsa?

Era falsa perché è Gesù stesso che lo afferma, quando dice: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge e i profeti; io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento la legge” (Matteo 5:17). Gesù non vuole quindi abolire le tradizioni, ma le vuole riformare alla luce del piano redentivo che il Padre lo ha chiamato a realizzare. Gesù vuole quindi dare una nuova prospettiva, e un nuovo significato alle tradizioni!  

Anche in queste due discussioni sul digiuno e sul sabato, non abbiamo a che fare con una questione formale, ma piuttosto abbiamo a che fare con una questione sostanziale perché, se vogliamo comprendere senza pregiudizil’insegnamento di Gesù, dobbiamo essere disposti a farci aprire gli occhi e a farci trasformare nel nostro modo di pensare. Anche oggi abbiamo a che fare con lo stesso problema, poiché le persone non intendono mettere in discussione il loro modo di pensare e rimangono fermi nelle loro vecchie tradizioni.  

In questo brano Gesù vuole sottolineare la necessità di un cambiamento radicale che non si basi più sulla legge e i rituali, ma si basi sulla grazia e sulla sua opera.

Gesù vuole una vera trasformazione del cuore dell’uomo, che porti a ① un cambiamento che promuova l’onore di Dio ② un cambiamento che favorisca un vero benessere, e ③ un cambiamento che conduca a un vero riposo (una vera Shalom).

Vediamo perché, in primo luogo, occorre:

 
  1. Un cambiamento (non formale, ma sostanziale) che onori Dio.

In questo brano continua l’opposizione nei confronti di Gesù, e anche se cambia l’argomento, la contrapposizione è sempre presente e forte. Qui la critica a Gesù si concentra sul digiuno e sull’osservanza del sabato, e diventa sempre più crescente. I farisei criticano Gesù e i suoi discepoli perché mangiano invece di digiunare, si godono la presenza del loro Maestro e gioiscono invece di rattristarsi (v. 18), e questo, secondo loro, è inaccettabile. Nella sua risposta, Gesù afferma che il digiuno non è opportuno in un momento di gioia e di festa, come quello che stanno vivendo i suoi discepoli con Lui (v. 19), ma afferma che verrà il tempo in cui saranno costretti a digiunare, quando Lui sarà loro tolto (v. 20).

Cosa dice a noi oggi un testo che ci parla del digiuno e del sabato?

Oggi ci sono tanti che praticano il digiuno. C’è chi lo pratica perché vuole PROTESTARE (ad esempio in favore dei carcerati… dei rifugiati, per fini politici e contro le ingiustizie). C’è chi pratica il digiuno per questioni di SALUTE o di forma fisica (il digiuno intermittente ad esempio oggi è molto praticato). Ci sono diverse tipologie di digiuni anche oggi…

Ma cos’è il digiuno per noi oggi?

In questo testo Marco fa emergere la pratica formale e legalista del digiuno ebraico, che spesso non era coerente con la vita di quelli che praticavano il digiuno, mentre il digiuno che proclamava Gesù e che Dio gradisce, è una predisposizione del cuore che ha a che fare con la vita e la santità, poiché il digiuno che Dio gradisce è che ci si adoperi per liberare gli oppressi e si spezzino le catene agli sfruttati, che si divida il pane con chi ha fame, si soccorra chi è nel bisogno, e si consoli chi è nell’afflizione (cfr. Isaia 58:6-7). Ci sono dei momenti e degli scopi ben precisi per digiunare: piangere con i nostri fratelli che piangono, soffrire con quelli che soffrono, portare i pesi gli uni degli altri, sostenere i nostri fratelli nelle loro battaglie e nelle loro vocazioni. Digiunare per l’avanzamento del regno di Dio in questa città, per la crescita numerica e sostanziale della nostra chiesa, per dei bisogni particolari di un fratello che ci sta affianco. Digiunare per i fratelli che soffrono la persecuzione nei paesi islamici e totalitari, farlo davanti alle ambasciate per far sentire la nostra voce, affinché ci si impegni per liberare fratelli che sono stati rapiti, come nel caso delle ragazze, che anni fa in Nigeria, sono state rapite dall’esercito islamico di Boko Haram. Il digiuno di cui sta parlando qui Gesù e che Dio gradisce, è quello vissuto col cuore a sostegno dei nostri fratelli, un digiuno quindi che onora e compiace Dio!

C’è bisogno di un cambiamento che non solo onori Dio, ma:

 

2. Un cambiamento che promuova un vero benessere.

L’affermazione di Gesù secondo cui “non si può mettere vino nuovo in otri vecchi o non si può cucire una toppa nuova su un vestito vecchio” (vv. 21-22) evidenzia quanto il pensiero di Gesù sia talmente nuovo, che non può più essere contenuto da un sistema fondato sulla legge e sulle opere umane, che non sono in grado di contenere la pienezza dell’opera compiuta da Lui. Spesso noi uomini tendiamo a voler comprendere Dio e il suo pensiero secondo codici umani, quando Paolo ci dice che l’uomo naturale non può ricevere in nessun modo le cose dello Spirito di Dio, se non è Dio che le fa comprendere, perché esse sono pazzia per noi, e non le possiamo conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente (1 Corinzi 2:14). Gesù e la sua nuova dottrina sono un “vino talmente nuovo e spumeggiante” che non può essere contenuto nelle cisterne screpolate della tradizione e delle pratiche legalistichedella legge, perché sono otri vecchi che non reggono più la pressione del vino nuovo che Gesù è venuto a presentare.

La fede che ci ha donato Gesù non consiste nel sovrapporre la grazia alla natura corrotta dal peccato (come pensava Tommaso d’Aquino e che sostiene la dottrina cattolica), perché la natura è completamente deviata e impresentabile per Dio; e le buone intenzioni, i riti e le prescrizioni della legge, o il senso del dovere, o qualsiasi altro elemento umano, non sono in grado di soddisfare Dio. È solo perché siamo diventati una nuova creatura in Cristo, che possiamo comprendere la sua volontà, e viverla e goderne il benessere per noi e per gli altri. È solo per mezzo dell’opera meravigliosa e pienamente sufficiente di Cristo, che possiamo godere di un cambiamento che promuove un vero benessere per l’uomo, poiché tutto ciò che viene dalla carne ha fallito, e dev’essere trasformato dallo Spirito Santo. Noi dobbiamo essere rivestiti completamente della nuova natura di Cristo, per essere resi degni e accettabili a Dio, per servirlo con efficacia e amore.

Qui non è il digiuno ciò che Gesù mette in discussione, ma è piuttosto la mentalità vecchia e legalista dei farisei, i loromodi e le motivazioni che vi stanno alla base, che riducono il digiuno ad una pratica sterile e formale, che non rispecchia la devozione e la passione, che scaturisce da un cuore di carne e dal cambiamento che lo Spirito Santo compie in coloro, che sono stati salvati per mezzo di Cristo e sono nati da Dio (Giovanni 1:13).

Lo stesso vale per quanto riguarda il sabato, che può promuovere:

 

3. Un cambiamento che conduce a un vero riposo.  

Qui la critica diventa ancora più assurda e ideologica, perché fa emergere quanto la forma sia (per i farisei) più importante della sostanza, e Gesù nonostante le accuse e le offese irrispettose nei suoi confronti, con grande calma ed efficacia riporta l’esperienza di Davide che, tornato esausto dalla battaglia, entra nel tempio e prende i pani di presentazione, per sfamare sé stesso e i suoi soldati, violando così il protocollo, cosa molto più grave che raccogliere le spighe in giorno di sabato (vv. 25-26). Qui Gesù pone le basi etiche in cui la norma deve essere sempre calata nella situazione e in favore del benessere della persona, e la vita di Davide e dei suoi soldati era in quel momento prioritario, perché serviva a provvedere ad un bisogno vitale per questi uomini. Per questo Gesù al v. 27 afferma, che il sabato è stato fatto per l’uomo e non al contrario l’uomo per il sabato, poiché Gesù è Signore anche del sabato (v. 28).

Qui Gesù sta proclamando una rivoluzione straordinaria, che può offrire un cambiamento radicale alla vita degli uomini, ed è Gesù che è venuto a compiere questo cambiamento esclusivamente per noi, e noi dobbiamo solo accettarlo. Lui è venuto a presentarci il Padre che non vuole sacrifici, ma vuole compassione e amore, e Lui è venuto a proclamare questo amore mandandolo per cercare e salvare i perduti. Gesù non è venuto ad abolire la legge o a parlare di digiuni e di sabati, ma è venuto a compiere per noi tutta la legge, affinché noi potessimo viverla pienamente in Lui. Noi possiamo adempiere la legge, solo perché Gesù l’ha compiuta prima di noi e per noi, e noi possiamo ubbidire al Padre, perché Lui gli ha ubbidito prima di noi e per noi. Possiamo amare Dio perché Gesù lo ha amato prima di noi.Solo attraverso Gesù possiamo godere dei veri sabati, inaugurati con la sua morte e resurrezione, per godere della vera libertà e del vero riposo che Lui è venuto a realizzare per noi, poiché il sabato che è venuto ad inaugurare Gesù è il vero riposo, che consiste nella Shalom che porta la vera pace e il vero riposo che solo Dio può dare.

 

Conclusione

Il sabato è stato fatto per l’uomo, affinché godesse la pace e la comunione eterna con Dio, ed essere una benedizioneper lui (v. 27). I farisei non entrarono mai in questo riposo, loro non bevvero mai il vino nuovo che Gesù era venuto a offrire, mentre coloro che hanno ascoltato la sua voce e l’hanno ricevuta, sono entrati in questo riposo, e hanno bevuto il vino che Lui era venuto a presentare (Ebrei 4:7). Di conseguenza, i farisei non potevano sperimentare il riposo del sabato, nonostante i loro rigorosi e legalistici tentativi di farlo. Accecati dal loro moralismo, accecati dalla loro stessa auto-giustificazione, non riuscirono mai a leggere i tempi del regno di Dio che Gesù era venuto ad annunciare. Non riuscivano a vedere che un cambiamento stava avvenendo proprio davanti a loro. Anche qui Gesù ti sta invitando ad entrare nel suo riposo, godere della sua pace e sperimentare la vera libertà che puoi avere solo credendo in Lui e seguirlo con tutto il cuore. Cosa ne vuoi fare oggi di questo invito? Preghiamo.

 
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