Gesù regna sulla realtà spirituale – Marco 3:7-12, 22-30

Introduzione

In questa predicazione parleremo di Gesù, in quanto Re sulla realtà spirituale, e andremo a spiegare ① cosa s’intende per spirituale, andremo a precisare ② che la vera spiritualità è definita dalla comunione con Dio, poi riprendendo ③la domanda che Gesù rivolge ai suoi discepoli (e a noi oggi) “Chi dite che io sia”? andremo a definire ④ da che parte vogliamo schierarci?

Iniziamo, intanto a definire:

 
  1. Cosa è spirituale?

In questo brano abbiamo diverse sensibilità spirituali: ci sono le PERSONE (vv. 7-8), ognuno con le proprie necessità e aspettative. Ci sono poi gli SPIRITI IMMONDI (v. 11), che gli si gettano ai piedi e lo riconoscono come “il Figlio di Dio”, ma senza nessuna intenzione di essere liberati, e ci sono i soliti SCRIBI (v. 22), che lo accusano di scacciare i demoni con l’aiuto di Satana anziché con l’aiuto di Dio. Insomma, Gesù è circondato da una moltitudine di persone, più o meno ostili, con sensibilità e spiritualità differenti tra loro.

Ma cosa intendiamo con il termine SPIRITUALITA’? Che tipo di spiritualità emerge da questa moltitudine di soggetti? Quante spiritualità erano presenti quel giorno, e quante sono le spiritualità presenti oggi nella nostra società?Sono tutte spiritualità ugualmente accettabili, e allo stesso modo convincenti e sostenibili? Cosa è dunque spirituale?

Nella nostra società esistono molteplici spiritualità che derivano dalla propria tradizione, formazione e educazione, ma è bene distinguere tra, la spiritualità SOGGETTIVA (di stampo umanista e personale), e la spiritualità OGGETTIVA (che trova fondamento nella Parola di Dio). 50 anni fa fu tradotto un libro di Francis Schaeffer:“SPIRITUALITA’ VERA”, che precisava che la vera spiritualità non è vivere semplicemente una propria esperienza religiosa, ma è piuttosto godere della vera libertà, che Gesù ha compiuto per riconciliarci con Dio, come affermava Gesù stesso: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 6:44).

Questa è la spiritualità che Gesù proclamava alla folla, agli spiriti immondi e agli scribi che lo seguivano. Non è una spiritualità della carne, o che si fonda nel misticismo, o in un’esperienza trascendentale di svuotamento e di fuga dalla realtà, come pensano le filosofie orientali. No, la spiritualità che ci offre Gesù è una nuova nascita progettata dal Padre, compiuta dal Figlio e donata dall’opera dello Spirito Santo, come afferma Paolo ai Romani, quando dice: “L’uomo naturale non può ricevere le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui, perché devono essere giudicate spiritualmente” (Romani 2:14).

La spiritualità che ci presenta qui Gesù è quindi in secondo luogo:

 

2. Una spiritualità definita dalla comunione con Dio.

La vera spiritualità dunque, si riferisce sempre ad una vita di FEDE che si realizza in una RELAZIONE intima con Dio, che porta ad una TRASFORMAZIONE mediante il piano di SANTIFICAZIONE, che ha pensato per noi prima della fondazione del mondo. Questa è la spiritualità vera di cui parla Schaeffer, una spiritualità che coinvolge l’intera persona e che è garantita da Colui che ha iniziato un’opera, e la porterà a compimento fino alla fine, nonostante gli alti e i bassi presenti nella nostra vita (Filippesi 1:6).

Questa è la buona notizia che Gesù proclamava alle folle, agli spiriti immondi e agli scribi ciechi e ostili, che lo accusano di essere sostenuto da Belzebù, invece che da Dio. La spiritualità offerta qui da Gesù va oltre i meriti umani, risponde a tutti i bisogni e le infermità umane, e libera gli uomini dalle schiavitù del peccato e da ogni dominio diabolico. Le necessità della folla attirava l’attenzione e la compassione di Gesù per la fragilità umana, ma lo portava a distinguere anche chi lo seguiva solo per curiosità o per fini puramente materiali, da chi invece voleva aderire ai suoi insegnamenti.

Solo l’autorità di Gesù può condurre l’uomo immeritevole e dominato da spiritualità precarie, insostenibili e senza alcuna prospettiva, alla vera spiritualità, matura e definita dalla comunione con Dio, che ci mette in grado di rispondere alla domanda del terzo punto, che Gesù fa ai suoi discepoli:  

 

3. Chi sono per voi?

Pietro fu in grado di rispondere: “Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio” (Marco 8:26), proprio perché fu guidato da Dio e toccato dalla sua grazia. Solo chi è toccato dalla grazia di Dio, e illuminato dallo Spirito Santo, sa di essere un peccatore perduto, che può riconoscere in Cristo, il Figlio di Dio, il proprio Mediatore e Salvatore. La folla era curiosa ed era interessata al clamore che Gesù suscitava, ma quanti di loro vanno oltre la curiosità e credono in Gesùcome il Figlio di Dio, il solo Salvatore che può perdonare i loro peccati? Eppure, lo hanno seguito e gli hanno visto operare guarigioni e liberazioni straordinarie. Quanti spiriti immondi riconobbero Gesù come il Cristo, il Figlio di Dio, eppure non gli hanno creduto e non lo hanno seguito. Oppure gli scribi che riconoscono le opere potenti che faceva, ma lo accusano che sono frutto dell’opera di Belzebù, anziché di Dio; non lo riconoscono come colui che ha legato l’uomo forte, cioè satana(v. 27), e saranno giudicati perché hanno rifiutato ostinatamente di credergli e di riconoscerne l’autorità bestemmiando abominevolmente il suo nome (v. 29).

Davanti alle tante spiritualità che anche oggi vagano alla ricerca di un dio sconosciuto, voglio riprendere le parole di Paolo in Atti 17, quando rispondendo alle sollecitazioni dei filosofi di Atene, afferma loro che il dio sconosciuto, che loro adoravano senza conoscerlo, era in realtà il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore dei cieli e della terra, è colui che dà a tutti la vita, il respiro e ogni altra cosa per vivere (vv. 23-25). Dopo aver presentato il Dio Creatore, che provvede la vita e il suo sostentamento, Paolo li invita a ravvedersi per scampare al giudizio di Dio, e gli presenta Cristo come il Salvatore che Dio ha stabilito per la loro salvezza (vv. 30-31).

Questa è ancora oggi la sfida che dobbiamo lanciare a questo mondo pieno di spiritualità e adorazioni false intorno a noi.  

Gesù si è presentato come il PANE DELLA VITA, e ha promesso che chi va a lui non avrà mai più fame, né sete (Giovanni 6:35). Si è presentato come LA PORTA DELL’OVILE, attraverso cui si può essere salvati (Giovanni 10:9).Si è presentato come la VIA attraverso cui essere salvati, la VERITA’ attraverso cui conoscere Dio, e la VITA che si può avere solo per mezzo di Lui, perché nessuno può andare al Padre se non per mezzo di Lui (Giovanni 14:6). Gesù si è dichiarato, ha fatto conoscere cosa e come fare per conoscerlo e seguirlo, ma non è stato ascoltato. Gesù ci ha detto chi è e che cosa è venuto a fare nel mondo, questo è chiaro, è accessibile ad ogni uomo o donna che vive a Ferrara, ma quanti lo crederanno e lo seguiranno.

Ora, dopo aver rimarcato che cos’è la vera spiritualità, è bene chiedersi:    

 

4. Da che parte ti vuoi schierare?

Avendo appurato la differenza tra una spiritualità soggettiva, di stampo umanista, e la spiritualità vera e autentica, che è definita dalla comunione con Dio, e dopo aver compreso chi è Gesù, che si è presentato a noi chiaramente, vorrei riprendere una metafora dal libro di Schaeffer che citavo all’inizio. Nel suo libro Schaeffer parla di due sedie. Una sedia che rappresenta la fede autentica che riconosce la piena sovranità di Dio su tutta la realtà, e pensa che ogni ambito della vita sia governata e dipenda dalla grazia di Dio. Poi un’altra sedia che rappresenta la visione del mondo secondo cui, tutto quello che esiste è frutto del caso, una posizione che mette in discussione l’esistenza di Dio e la sua Sovranità, per vivere come padroni la propria vita. Il rischio che denuncia Schaeffer è che anche il credente con una conoscenza limitata della parola di Dio, viva una fede separata e si sieda a volte in una, e a volte nell’altra sedia.

Ora, alla luce di quello che abbiamo riflettuto fin qui, e usando questa metafora di Schaeffer, DOVE VUOI SEDERTI?

Tu che forse ti riconosci in questa folla, vivi una spiritualità in cui adori un dio sconosciuto, qui ti viene presentatoGesù come l’unica Via che può condurti a Dio, l’unica Verità che può fartelo conoscere, e l’unico che può darti una vita abbondante e, che ti invita a sederti sulla sedia che ti riempirà di benedizioni e, che ti donerà di entrare nel suo gregge. Tu che forse stai vivendo delle battaglie interiori, delle difficoltà che non ti danno tregua, puoi ascoltare e fare tue le parole che Gesù ha in serbo per te: “Venite a me voi che siete affaticati e oppressi e io vi darò riposo” (Matteo 11:28) e puoi sederti sulla sedia che ti sta presentando.

 

Conclusione

Tu che forse non hai ancora una DIREZIONE, un LUOGO o uno SCOPO per la tua vita, apriti al richiamo di colui che può darti una direzione, farti trovare un luogo e, può dare uno scopo alla tua vita, e una prospettiva eterna; IN QUALE SEDIA TI VUOI SEDERE? Tu che invece hai conosciuto il Signore e sei già parte del suo gregge, vuoi fermarti qui alla prima tappa? oppure, proprio perché hai avuto la grazia di essere stato salvato, IN QUALE SEDIA TI VUOI SEDERE? In quella in cui vivere una fede separata dalla realtà, quella che ti fa accontentare della salvezza ricevuta, vivere una fede “domenicale” e del disimpegno, oppure vuoi sederti sulla sedia del DISCEPOLO, che vuolecrescere nella conoscenza, nell’amore e nel servizio per il Signore, e vivere per la sua gloria? Ricordiamo le parole di Gesù davanti ai discepoli, quando alcuni di loro si tira indietro, affermando che il suo parlare era duro: “Da allora molti dei suoi si tirarono indietro e non andavano più da lui. Perciò Gesù disse ai dodici: Non volete andarvene anche voi? E Pietro gli rispose: Signore, e da chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna, e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Giovanni 6:66-69). CHE SCELTE INTENDI FARE? IN QUALE DELLE DUE SEDIE VUOI SEDERTI? DA CHE PARTE TI VUOI SCHIERARE? Leggiamo a casa le parole di Apocalisse 3:15 e riflettiamo in cuor nostro queste parole preziose. Preghiamo.

 
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Gesù ci chiama a se’ – Marco 3:13-19

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Gesù deve guarirci – Marco 3:1-6